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Cos'è il terzo posto?


Tempo fa mi sono imbattuto in questo video, che parla della "morte" dei posti terzi. Vediamo cosa sono e perché è interessante parlarne.





Il video comincia con una domanda: quando non sei a lavoro (o a scuola) e non sei a casa, dov'è più probabile che tu sia?


Mi piacerebbe partire da qui, il video puoi prosegue dando un'impronta forse più relativa all'ambiente americano rispetto a quello italiano e con una riflessione che metterei da parte al momento, ma questa domanda apre un'interessante questione.



Cos'è il terzo posto?


Prima di proseguire vale la pena dare una definizione.

Nella vita di ognuno ci sono due ambienti sociali fondamentali, il primo posto è la propria casa, mentre il secondo posto è la scuola/lavoro.

Il terzo posto è quindi un luogo diverso dai primi due, pubblico, importante e di riferimento in cui si sta, ci si incontra, si interagisce, ci si confronta, non solo con chi conosciamo e con cui ci siamo dati appuntamento, ma in generale con le persone che si trovano, che sono lì in quel momento.


Se si pensa ai nonni, potremmo dire che un terzo posto sia ad esempio il bar del paese, dove ci si trova, si gioca a carte, ci si tiene compagnia.

Se penso alla mia adolescenza, il nostro terzo posto era l'oratorio, praticamente sempre aperto il pomeriggio e nel weekend, e che fosse il bar coi cabinati, il biliardino o il campetto c'era sempre qualcuno, a volte i ragazzi più grandi che ti impedivano di giocare, ma con cui si interagiva.



I terzi posti stanno sparendo?


La risposta è sì e no. Non stanno sparendo i bar, non stanno sparendo gli oratori o le piazzette, però sta cambiando il modo in cui viviamo e vediamo questi luoghi.



Ma cos'è successo?


Una questione importarte è che oggi le nostre abitazioni sono fornite di un numero maggiore di servizi che ci permettono di non dover uscire. Al posto che andare al cinema è possibile guardare un film a casa su degli ottimi televisori e un qualche servizio in abbonamento, i vari acquisti che facciamo arrivano direttamente a casa; libri, informazioni, gossip e discussioni li troviamo su internet e sui social network, così come il sentire amici e parenti è possibile farlo tramite messaggistica, così come in generale l'intrattenimento passa attraverso la tecnologia più che da esperienze dal vivo.


La recente pandemia sicuramente ha dato una spinta aggiuntiva a questa tendenza e in generale sono cambiate le abitudini con cui si sceglie, o si non sceglie, di socializzare.


Se si va al bar, lo si fa dando un appuntamento con gli amici o al partner, così come col calcetto lo si organizza tra amici e non con chi è al campetto quella sera, in palestra si va con l'amica per paura che qualcuno possa attaccare bottone.

In generale possiamo dire che siamo tutti un po' più restii a cercare interazioni sociali fuori dai conoscenti stretti o fuori da eventi organizzati "formalmente".



persone che si spostano, spaesamento, solitudine, città


Come posso fare a conoscere qualcuno?


Tempo fa, un ragazzo che seguivo mi disse "voglio cercare di stringere altre amicizie prima della fine della scuola, se no come faccio a conoscere qualcuno?"


Questa è una frase che apre due distinte tematiche, vediamole brevemente.



Se non a scuola dove?


Se è vero che tendiamo a frequentare solo chi conosciamo già, come possiamo conoscere persone nuove?

Da una parte è presto detto che i luoghi pubblici, le palestre, i bar, biblioteche, associazioni sportive e culturali sono ancora presenti e abbastanza frequentate, d'altra parte però succede che rispetto all'idea dei terzi posti così com'erano vissuti anni indietro, ora il dialogo e la conoscenza non sono più così facilitati o "normali", ma anzi spesso cominciare una conversazione con uno sconosciuto è visto come un'invasione o un disturbo.


Quindi quali alternative ha un giovane d'oggi di fare nuove amicizie, se non su internet? Quali luoghi di aggregazione possiamo loro fornire che faciliti l'incontro?



Come si fa a fare amicizia?


L'altra grossa tematica è che è difficile riuscire a creare legami dal vivo se nessuno è più abituato a farlo.

Se tutti i rapporti che creaiamo sono tramite internet, se con amici e parenti siamo in contatto solo tramite messaggi scritti o audio, quando si incontra qualcuno cosa diciamo? Come possiamo conoscere le regole di una conversazione, il gestire il proprio tempo se siamo abituati a una chat asincrona?

Se per i più attempati, questi meccanismi sono fortemente radicati, per i più giovani tutto questo non è scontato, è difficile saper comunicare se non si ha mai dovuto farlo o se nessuno ce lo ha insegnato.



In conclusione


Sembra che oggi ci sia un'elevato bisogno di socializzare, ma invece che farlo dal vivo ci si rigetti su internet e i social media. Se è vero che da una parte non siamo più in grado di relazionarci di persona è anche vero che le occasioni non strutturate in cui incontrare gente nuova non sono molto presenti sul territorio.

Cosa possiamo fare per aiutare questi incontri, soprattutto per i giovani di oggi e di domani?


E tu cosa ne pensi? Qual è il tuo terzo posto?



Se siete interessati a ciò che offriamo visitate il nostro sito www.gianoinsight.it




A cura dello psicologo a Brescia e online, dott. Flavio Pizzamiglio






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