In che modo il film di Ironman può spiegarci la psicologia di Alfred Adler e come può aiutarci a riprendere in mano la nostra vita in modo costruttivo?
Stavo riguardando il primo film di Ironman del 2008 con Robert Downey Jr., quando sono stato colpito da alcune scene iniziali in cui ho ritrovato Adler e che
in fondo potrebbe rappresentare il percorso di qualunque persona in terapia. Vediamo perchè.
La situazione patologica iniziale prima di Ironman
Se facessimo metaforicamente una foto alla situazione di Tony Stark all'inizio del film, Adler la definirebbe "sul lato non utile della vita".
I suoi compiti vitali (se ti interessa approfondire leggi l'articolo) sono totalmente sbilanciati, infatti è completamente immerso nel lavoro (costruire armi per profitto senza interessarsi alle conseguenze), per controbilanciare non è coinvolto in relazioni profonde, né amorose, né amicali. Per lui le relazioni con l'altro sesso sono semplicemente e unicamente carnali, mentre le uniche frequentazioni "amicali" sono per lo più legate al lavoro (la sua assistente personale Pepper, il maggiordomo-guardia del corpo tuttofare Happy e il tramite dell'esercito Rhodey).
Secondo questi canoni è una vita senza progettualità, mirata all'autoaffermazione e ignorando in termini generali "l'altro", visto solo come un mezzo per i propri scopi.
L'incontro con l'altro-terapeuta e il progetto Ironman
Tony Stark viene ferito e catturato dai terroristi, qui farà un incontro che lo segnerà profondamente.
Causa scatenante
Durante la sua prigionia Tony Stark viene salvato da Yinsen, che rimuove alcune schegge e installa un magnete che impedisce agli altri frammenti di raggiungere gli organi interni.
Presa di coscienza e analisi
Yinsen però non fa solo questo, infatti durante varie conversazioni porta a riflettere Tony che la sua vita non sta andando in una direzione salutare: le sue armi non servono a proteggere le persone ma vengono usate dai terroristi e non ha relazioni
significative a riempire la sua vita:
"Tu sei un uomo che ha tutto e che non ha niente."
Incoraggiamento
Tony, dopo un breve momento di sconforto in cui crede che tutto sia finito (data la diagnosi di una settimana di vita provocata dalle scheggie delle sue armi), viene incoraggiato da Yinsen a mettere a frutto la sua vita nonostante tutto:
"allora sarà una settimana importante."
Presa di posizione
Questo sprona Tony a rimettersi in movimento, ad attingere alla sua creatività e concepisce delle idee per fuggire insieme a Yinsen dalla prigionia, innanzitutto prendendosi cura di sé, costruendo il mini reattore arc in grado di tenerlo in vita, in secondo luogo progettando l'esoscheletro per la fuga.
In tutto questo Yinsen ha il ruolo di aiutante, assistendolo in ogni passo. Quando poi arriva il momento di fuggire, si sacrifica per prendere tempo, finendo per morire, ma prima di spirare affida a Tony un ultimo monito:
"non sprecarla, non sprecare la tua vita"
Yinsen come terapeuta
Yinsen, possiamo considerarlo come uno psicoterapeuta adleriano in quanto accompagna Tony attraverso il suo percorso, dapprima aiutandolo nell'emergenza, di seguito analizzando insieme i punti critici della situazione, dandogli coraggio e sostegno, infine ciò che è fondamentale, Yinsen permette a Tony un vero incontro con l'altro, nutrendo il suo sentimento sociale "stagnante" e permettedogli di cogliere l'importanza del senso di comunità (se ti interessa approfondire leggi l'articolo), e responsabilizzandolo sul fare qualcosa di utile, bello e costruttivo con la propria esistenza.
Ironman come autorealizzazione al servizio dell'altro
Tony Stark riesce a tornare a casa con delle nuove prospettive.
Chiude il settore armi così com'era pensato, continua il suo percorso prendendosi cura di sé installando una versione migliore del reattore arc nel petto e a progettare un esoscheletro potenziato e a farne qualcosa di "utile".
Rivede il rapporto con l'altro non più solo come mezzo, ma come persone sue simili. Rivede anche le proprie relazioni, ora non più solo lavorative, ma le riconosce come relazioni amicali sincere con Rhodey dell'esercito e con Happy la guardia-tuttofare, mentre con Pepper si instaura una relazione genuina d'amore e intimità.
Proseguendo poi con l'esoscheletro creato trova il proprio modo di contribuire alla società mettendosi al servizio degli altri come supereroe, il resto è storia.
In conclusione
Il collegamento tra Ironman e Adler è la direzione della linea di vita, dapprima chiusa e ripiegata su sé stessa, sterile, "sul lato inutile della vita" per diventare poi aperta all'altro, alle persone come comunità, contribuendo in maniera attiva, "sul lato utile della vita".
Il terapeuta come Yinsen, ci aiuta accompagnandoci nel nostro percorso a capire ciò che non funziona, ci manca e che continuiamo a ignorare, sostenendoci al bisogno e incoraggiandoci con fiducia, riconsegnandoci la responsabilità della nostra vita.
Chiaramente a nessuno è richiesto di diventare supereroi, ma ognuno di noi può trovare il proprio modo di partecipare alla vita di comunità e trovando la propria realizzazione nel coltivare i propri talenti.
E tu cosa ne pensi? Hai incontrato qualcuno o vissuto qualcosa che ha cambiato le tue prospettive?
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A cura dello psicologo a Brescia e online, dott. Flavio Pizzamiglio
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