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La città, il nostro spazio e la deriva psicogeografica

Aggiornamento: 16 ott


Come viviamo gli spazi che abitiamo? Li agiamo attivamente o sono solo di sfondo? Come possiamo fare diversamente?



Video di Gekigemu su Zelda introducendo il concetto di deriva psicogeografica nei videogiochi



Città, spazio e libertà di movimento nei videogiochi


Per introdurre l'argomento partiamo dal video di Gekigemu su Zelda. Tra le varie caratteristiche di questo gioco, come il combattere mostri e risolvere enigmi c'è una componente essenziale: l'openworld. Questo significa che la mappa di gioco è completamente esplorabile sin dall'inizio, solitamente per renderci la vita più facile si seguono gli indizi e punti di riferimento messi a disposizione dal gioco, ma l'autore suggerisce qualcosa di nuovo: la deriva psicogeografica.



Cos'è la "deriva" e cosa c'entra con la città e lo spazio?


La deriva nasce intorno agli anni '50 come movimento artistico e sovversivo rispetto al vivere la città in maniera produttiva e funzionale, quindi lo spostamento, che risultava alienante, era solo per raggiungere mete predefinite come la sede del lavoro o un negozio particolare.


La deriva in questo senso è qualcosa che riporta la città a una dimensione ludica, e ci si sposta non seguendo degli itinerari prefissati, ma facendosi guidare dall'architettura, dai sentimenti, dai colori o dalle persone incontrate.


La deriva è quindi l'esplorazione di uno spazio per analizzarlo senza niente di predefinito, seguendo la propria propensione soggettiva; per unirsi alla psicogeografia, mappandolo senza i criteri di rigorosità cartografica, ma secondo canoni decisi da chi disegna la mappa (i luoghi trovati interessanti, le emozioni provate in un luogo, l'itinerario rocambolesco, le persone incontrate, un tramonto...)


La deriva è un nuovo modo di vivere una città o uno spazio urbano in maniera attiva e giocosa, senza farsi condizionare dalle abitudini e da percorsi veloci e funzionali, che vorrebbero imporre il proprio ritmo alle persone.



Come si va alla deriva?


Per avere un'idea di esercizio di deriva, Guy Debord, uno dei padri della deriva psicogeografica, suggerisce:


Per fare una deriva, vai in giro a piedi senza orario o meta, scegli man mano il percorso, non in base a ciò che sai, ma in base a ciò che vedi intorno, devi essere straniato e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta.

Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l'alto in modo da portare al centro del campo visivo l'architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Devi percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarti attrarre dai particolari.



La deriva: tra spazi videoludici e città reali


Tornando al video, l'autore propone di utilizzare la deriva psicogeografica per esplorare mondi virtuali senza farci condizionare dagli obiettivi del gioco, ma prendendoci la responsabilità di scegliere dove andare seguendo la propria curiosità. In questo senso è una presa di coscienza nell'esercitare la propria libertà anche in un luogo (quello del gioco) dove siamo apparentemente liberi.


Questo però si applica anche al modo in cui noi viviamo la nostra città, il nostro paese e in generale lo spazio urbano che siamo soliti abitare.

Quante volte infatti abbiamo percorso le strade parallele o alternative al proprio tragitto?

Solitamente siamo così occupati dal risparmiare tempo e raggiungere i punti che ci siamo prefissati, da dimenticare il piacere del muoversi, dell'esplorare e cambiare prospettiva rispetto a luoghi che pretendiamo di conoscere solo perchè vediamo quotidianamente.


La riflessione che possiamo fare è che siamo abituati a vivere i nostri luoghi in maniera passiva, lasciando che siano loro a dettare il ritmo, le abitudini, i percorsi, le regole e la prospettiva. Abbiamo dimenticato che possiamo esercitare il nostro potere soggettivo per vivere i luoghi a nostro modo e secondo le nostre preferenze, per ritornare a guadagnare un po' di libertà dall'idea di dover essere per forza produttivi, omologati ed efficienti.



In conclusione


La città è uno spazio che diamo per scontato, fatto di case, negozi e strade e che siamo abituati a viverlo in maniera passiva e meccanica. Ci sono volte in cui è necessario essere efficienti e veloci per risparmiare tempo, nei restanti casi abbiamo la possibilità di vivere i nostri luoghi in maniera lenta, diversa e ludica: uno di questi è la deriva.

Possiamo prenderci il nostro tempo ed esplorare la città con occhi nuovi, lasciandoci guidare dalle emozioni, dalla curiosità, dall'istinto e dalla libertà.



E tu cosa ne pensi? Hai mai provato ad andare alla deriva?




Se siete interessati a ciò che offriamo visitate il nostro sito www.gianoinsight.it




A cura dello psicologo a Brescia e online, dott. Flavio Pizzamiglio


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