Volere (o essere) sempre il meglio, fare sempre la scelta giusta, non perdere mai tempo, è possibile?
Possiamo chiederci: volere sempre il meglio è, di fatto, sempre meglio?
Oggi più che mai, grazie a internet, alla tecnologia e in generale ai progressi della società, ci troviamo davanti un numero infinito di possibilità, travolti da informazioni di ogni genere e diventa difficile capire cosa scegliere, ma ancor di più come scegliere.
Cos'è la FoBO?
FoBO è un acronimo che sta per Fear of Better Options, cioè la paura di perdere occasioni migliori.
L'ideatore del termine è Patrick McGinnis, lo stesso che ha coniato il termine FoMO (se ti interessa leggi l'articolo).
La pratica dell'andare alla ricerca di possibilità sempre migliori non ha nulla di patologico di per sé ed è anzi un comportamento comune. Ciò che può renderlo problematico è però quando l'analizzare le possibilità a nostra disposizione ci porta a bloccarci e rimanere nell'indecisione, a crearci eccessiva ansia e stress, fino al riuscire a prendere neanche la più piccola decisione e procrastinare all'infinito.
La colpa è tutta dei social?
Può essere facile dare la colpa di tutto ai social media o a internet in generale, ma ovviamente è vero solo in parte. Cioè, questi, hanno sicuramente contribuito a creare un ambiente in cui diventa più difficile e impegnativo districarsi fra tutte le possibilità che ci vengono offerte, ma forse c'è qualcosa in più.
Se entriamo in un negozio, la nostra scelta sarà limitata a pochi pezzi, se acquistiamo su uno store online siamo di fronte a decine se non centinaia di pagine di articoli impossibili da visionare nella loro totalità. Da questo punto di vista internet ha aumentato la realtà e le informazioni a cui abbiamo accesso senza riuscire a mettere un limite a misura umana.
Il problema però si estende anche alla vita analogica, infatti molti giovani faticano a scegliere la carriera da intraprendere, capire ciò che piace loro fare, o ancora trovare sé stessi e la propria identità. E forse per queste cose internet e la tecnologia dividono la responsabilità con i profondi cambiamenti sociali, familiari e culturali che stanno avvenendo e di cui ne sono solo parte.
Com'è cambiata la nostra esperienza delle cose?
Quante volte siamo entrati in un ristorante senza prima consultare le recensioni e assicurarci che avesse almeno 4.5/5 di punteggio?
Quante volte siamo andati al cinema senza aver letto qualche recensione per evitare di guardare un film che non soddisfasse i nostri stardard?
In un certo senso possiamo dire che viviamo all'insegna dell'ottimizzazione, cioè siamo alla ricerca di nuove esperienze, cose da fare e vivere, ma non vogliamo perdere tempo, tutte le esperienze che facciamo devono essere, prima ancora di farle, già quelle giuste e definitive. Ogni esperienza è vissuta come scontata e ogni esperienza negativa come un trauma che va evitato.
Abbiamo smesso di assumerci i rischi, di provare l'esperienza del nuovo nella sua completezza, con la sua componente di ignoto e sconosciuto, abbiamo deciso di precluderci la possibilità di commettere un errore.
Ma cosa c'è di così grave e inaccettabile nel fallire, o semplicemente nello sbagliare?
Evitare ogni inciampo
Se ogni errore viene vissuto come un trauma, se commettere anche il minimo errore significa essere un fallito è chiaro che occorre cercare di essere perfetti, ma a quale prezzo?
La scelta di un film da vedere o un ristorante, può essere una scelta da poco e anche l'errore che può derivarne è di portata minima. Farci carico di una piccola responsabilità, di un piccolo rischio e anche fare un incontro con una scelta sbagliata ci permette di conoscere i nostri limiti, ciò che ci piace, ciò che vogliamo fare e le nostre risorse.
Se però evitiamo anche di sbagliare o di incappare in una minima esperienza spiacevole, non saremo in grado di conoscerci, di sopportare la frustrazione, ma soprattutto di affrontare le scelte più importanti che saremo chiamati a prendere.
In conclusione
Viviamo in un mondo che ci offre infinite possibilità e rischiamo di essere travolti dalla mole di informazioni che ci viene riversata addosso. Dobbiamo prestare attenzione all'uso che decidiamo di farne ed evitare di cadere nell'errore di usare queste informazioni per evitare di incappare in ogni esperienza potenzialmente negativa, altrimenti rischiamo di non saperla gestire quando inevitabilmente dovremmo passarci attraverso. Ritrovare il coraggio di affrontare i rischi per poter avere la libertà di scegliere la direzione da prendere.
E tu cosa ne pensi? Hai delle difficoltà nel prendere le tue decisioni?
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A cura dello psicologo a Brescia e online, dott. Flavio Pizzamiglio
Credo che i canali come: social, internet, etc abbiano amplificato il nostro modo di scegliere, perché di base vige la "mentalità all'italiana". L'italiano medio è un risparmiatore / accumulatore, in pochi hanno (o hanno avuto) la capacità e/o le risorse per imparare a rischiare nella maniera corretta. Questo modo di pensare spingerà sempre per il posto fisso in comune o per il dipendente in aziende affermate, e di conseguenza cresceremo con la convinzione che ci sia sempre qualcuno pronto a prendersi la responsabilità (comunemente: scarica barile). È ovvio che a nessuno piacerebbe vedere il proprio lavoro - che porta la pagnotta in casa - sfumare in un microsecondo, ma è altrettanto ovvio che i rischi vanno comunque calibrati e minimizzati il…